Riparti Calabria – II edizione - Un'occasione sprecata

  • 18 dicembre 2020 @ 09:23

Apprendiamo con stupore la soddisfazione espressa da parte dell’Ass. Fausto Orsomarso in merito all’erogazione di un contributo una-tantum di euro 1.500 a microimprese e professionisti per un totale di 21.407 domande previsto dal bando Riparti Calabria 2.

Vorremmo far presente che il totale delle erogazioni è pari a circa 32 milioni di euro a fronte della dotazione finanziaria di 65 milioni di euro. Non si arriva neanche al 50% dei fondi disponibili.

Orbene, se neanche la metà dei contributi previsti viene erogata c’è poco da esultare. Difatti, in una terra difficile come la Calabria non è pensabile che le micro-imprese ed i professionisti non abbiano necessità di liquidità, dove già in situazioni di normalità c’è difficoltà, aumentata in gran misura dall’emergenza epidemiologica attualmente in corso. Ed allora perché non sono state effettuate le domande per la richiesta di contributi a fondo perduto?

Il tutto scaturisce dai vincoli imposti dal bando di gara e rispetto ai quali gli Ordini Professionali della Calabria avevano chiesto una revisione, in cui venisse eliminata la “discriminante” della regolarità contributiva nel modello “Allegato A” poiché trattasi di contributo in fase emergenziale e non di incarico professionale e venisse specificato che il calo del fatturato medio relativo al periodo di Marzo/Aprile 2020 era riferito alle sole società.

Le richieste scaturivano dal fatto che in un momento economicamente difficile è molto difficile rimanere in regola con i contributi previdenziali, che vengono rimandati dai professionisti a data successiva per la mancanza degli incassi, e dal fatto che le fatture emesse nel periodo di marzo ed aprile non certo si riferiscono a quel periodo ma sono il frutto di lavoro svolto nell’anno precedenze o principalmente negli anni precedenti.

In sostanza, considerando il reddito medio dei liberi professionisti Ingegneri Calabresi, chiunque nel periodo di marzo ed aprile 2020 abbia incassato in totale circa 2.300 euro lordi è stato escluso dalla partecipazione. Allo stesso modo un professionista con reddito di 60.000 euro che nel periodo di marzo ed aprile abbia magari incassato “soltanto” 7.000 euro aveva diritto al contributo.

Quindi, era prevedibile che oltre il 50% delle risorse disponibili rimanesse nelle mani della Regione Calabria? Era stato evidenziato in tempi utili alla risoluzione? Ad entrambe le domande la risposta è sicuramente positiva, ma la Regione ha preferito trincerarsi, come è solito alle nostre latitudini, dietro la burocrazia invece di affermare un forte concetto politico che distribuisse le risorse disponibili.

Si spera che il risultato ottenuto, ovvero il 50% delle risorse ancora in mano alla Regione, possa portare ad un nuovo bando regionale in cui gli esclusi dalla burocrazia e non dalla necessità di liquidità possano partecipare.

Cordiali saluti,

F.to IL PRESIDENTE

(Ing. Domenico Condelli)